L'On. Giovanardi ha sempre avuto dubbi sul caso Rignano, fin dall'inizio. Il motivo era probabilmente politico confessionale , tuttavia non ha mai mutato opinione.
Ora a 3 anni dalla partenza dell'inchiesta mostra un vecchio video, girato da un genitore per suffragare le accuse verso le maestre.
Il Giornale (unico on line) riporta la cronaca della recente proiezione di questo video nell'ufficio di Giovanardi, cronaca apparentemente ignorata da tutti i media.

Dopo il clamore scomposto dell'aprile del 2007 , ora il silenzio è glaciale su una storiaccia che ha proprio nei media dell'informazione il sistema protagonista di approssimazioni e linciaggi. Quell'avvenimento ebbe un senso anche particolare, fu una specie di prova generale per le campagne successive sulla sicurezza. Alcuni di quei protagonisti delle denunce di fatti impossibili hanno fatto carriera in politica e il frutto raccolto è la costruzione di iniziative contro una emergenza mai esistita: quella della pedofilia.

Il processo a Rignano Flaminio intanto continua, con il rinvio a giudizio di quattro accusati sulla base anche di queste ipotetiche prove (di induzione alla suggestione)
Forse qualcuno dovrebbe essere licenziato.



Roma

Al terzo piano di Palazzo Chigi, nella stanza del sottosegretario con delega alla famiglia Carlo Giovanardi, alle 20.30 va in onda un film dell’orrore. Sulla parete dell’ufficio, un proiettore mostra il video girato dai genitori dei bambini che avrebbero subito abusi nell’asilo Olga Rovere di Rignano Flaminio.

L’ufficio di Giovanardi pullula di parlamentari: Mariella Bocciardo, Elena Centemero, Gabriella Carlucci e Giancarlo Mazzuca del Pdl, Paola Binetti del Pd. Prima che le immagini comincino a scorrere, Giovanardi spiega: «Vedrete un video che dimostra la violazione delle più elementari norme scientifiche “d’approccio” ai racconti di bambini che hanno 4-5 anni. L’induzione è lampante. I bimbi rispondono alle domande insistenti dei genitori per sfinimento. Rispondono alla fine come vuole il papà, quasi per non dispiacerlo, perché talvolta nell’interrogatorio i genitori si spazientiscono pure».

Parte il video, cala il silenzio. La prima inquadratura è su una bambina con un vestitino, lunghi riccioli neri, sorriso e voglia di giocare. Il primo incontro registrato è del 16 luglio 2006. Il secondo è del 22 luglio.

Il padre stringe una bambola Barbie, che chiama «la fatina», e un papero di peluche.
Padre: «Chi ti faceva la bua?».
Bambina: (ride) «Nessuno».
P: «Chi faceva la bua agli amichetti tuoi?».
B: «Il drago». P: «La fatina ti ha fatto una domanda precisa. Vuoi fare questi benedetti nomi di chi ti faceva la bua a te e agli amichetti tuoi?». B: «Il drago e Polifemo».

Giovanardi spiega ai presenti che «è da questo video che è stato dato il la a tutta l’inchiesta».
Il filmato prosegue.
Il padre si spazientisce: «Mi hai detto che oltre al drago c’erano dei cattivi che vi facevano la bua».
B: «No, no...».
Il padre allora imita la voce della Fatina: «Che ti avevo detto? N. è una bugiarda! Sei una bugiarda».
B: «No, io non sono una bugiarda, sei tu bugiardo». P: «Tu sei stata una bugiarda! Hai detto che Patrizia faceva la bua ai bimbi?»,
B: «No, no».

La Centemero scuote la testa, la Carlucci si mette le mani sul viso e mormora: «Non è possibile».
Ma il «film» non è finito:

Bambina: «Guarda che cavalli belli che ho!».
P: «Giocavate a cavallo a scuola? (...) E dai, dimmi, per me è molto importante».
B: «Giocavamo a Pinocchio, poi ai cavalli» (...)
Padre: «C’erano persone che ti davano fastidio? Papà te li manda via».
B. «Non te lo dico».
P: «Ti facevano le totò?».
B: «Sì, le totò».
P: «Papà è forte, guarda che muscoli che ha. E ha tanti amici che vogliono bene a te. Quindi mi devi dire a me...».
B: «Sono due cavallucci...».
P: «Ma c’era qualcuno che ti faceva la bua?».
B: «Basta papà mi stai a stanca’». La Binetti mormora: «Povera bambina». Il padre insiste: «Mi dici se qualcuno vi ha fatto male?».
La bambina replica stizzita: «Papà zitto, non mi fido, dai, giochiamo».
Il padre conclude: «Come psicologo sono una frana».

Carmelo Lopriore, che di mestiere invece fa proprio lo psicologo, è lì nel gruppo di spettatori, e annuisce: «Ha proprio ragione, ma come si fa a fare certe domande?».

Domande che non sono finite.
Ancora il padre: «Ci sono tanti bambini che stanno piangendo, persone grandi hanno fatto fare giochi brutti», insiste rivolto alla figlia, che replica disarmante: «Non lo so».

Giovanardi in una pausa attacca il gip (Mansi, ndr) : «Ha sostenuto che in questi video non c’è finzione, non c’è suggestione... è assurdo». Lo interrompe Luciano: «Sono tutte domande suggestive, tutte suggerimenti... Non c’è una prova di queste asserite violenze, addirittura uno dei genitori che ha denunciato gestisce un sexy shop online».

«Lo sai chi le dice le bugie?», dice ancora la voce del papà.
«Tu dici le bugie», replica la piccola.
«A mamma. Hai voglia. Tante gliene ho dette a mamma», scherza lui,
e la bimba lo gela: «Non si fa».

Dopo mezz’ora si riaccendono le luci, i parlamentari e gli altri ospiti sono increduli, si scambiano commenti durissimi all’indirizzo della psicologa che ha gestito i primi interrogatori «veri» per conto della Procura di Tivoli. Qualcuno ricorda che solo per aver visto un bambino soffiare dal naso tappandosi le orecchie, la donna aveva sostenuto che fosse una manifestazione legata alla sfera del piacere omosessuale. La Binetti sbotta: «Andrebbe fatto vedere questo video, proteggendo la bimba». Ma non si può. E la serata si chiude con un appuntamento: tutti i parlamentari a settembre andranno a Rignano Flaminio a portare solidarietà alle maestre e a seguire il caso da vicino, per accertarsi che il procedimento si svolga su elementi concreti.
Più di questi video.



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